Canone di locazione: come abbassarlo

L’Italia è una nazione popolata da proprietari di appartamento. L’80% delle famiglie, infatti, ne possiede almeno uno anche se – dati che sono stati diffusi grazie a un recente studio realizzato dall’ISTAT – il 17,7% sta pagando le rate di un mutuo.

Per quanto riguarda gli appartamenti in affitto, la percentuale è pari al 18%.

In tempi di crisi economica, la voce “affitto casa” rischia di diventare troppo onerosa per molte famiglie, e ancor di più per single o famiglie mono genitoriali. Seppure i canoni di locazione, da Nord a Sud, appaiono più bassi rispetto a un tempo,  molti tra coloro che hanno stipulato contratti di affitto precedentemente al periodo che collima con il cuore della crisi economica, non ce la fanno a far quadrare i conti mensili, ed ecco che si pone una domanda: è possibile giungere a un accordo col proprietario dell’appartamento al fine di abbassare il canone di locazione?

La risposta è si, e in questo articolo affrontiamo questo tema che può fare la differenza per molti cittadini.

Abbassare il canone di locazione? Si può fare!

Conseguentemente al perdurare della crisi economica, molti inquilini in affitto si sono ritrovati a pagare un canone di affitto per la casa troppo alto rispetto alle entrate mensili. Consapevoli della situazione economica generale certamente non positiva per molti, gli stessi proprietari di appartamenti oggi sono maggiormente disposti, rispetto a un tempo, a rivedere gli accordi economici con gli inquilini.

Non tutti sanno che per abbassare il canone di affitto mensile di un appartamento non è necessario rifare il contratto: basta infatti un allegato al contratto di locazione che non deve nemmeno essere presentato all’Agenzia delle Entrate, in quanto – come ha spiegato la stessa Agenzia – l’eventuale nuovo accordo tra proprietario e inquilino non è soggetto a imposta di bollo e nemmeno alla tassa di registro, persino nei casi in cui il contratto originario non è della tipologia a cedolare secca.

La prima azione da compiere, quindi, è quella di contattare il proprietario dell’appartamento e proporre una riduzione del canone, spiegando con sincerità le proprie ragioni.

Come concordare un canone di affitto ridotto

Qualcuno potrebbe eccepire che convincere un proprietario di appartamento ad abbassare il canone di locazione è cosa assai improbabile. Eppure, proprio a causa del periodo storico in cui viviamo, qualche motivo coerente può portare il proprietario a ragionare e accettare la diminuzione del canone di affitto.

Si può, per esempio, fare una verifica preventiva del costo degli affitti di appartamenti simili e nella stessa zona di domicilio, per poterli poi confrontare con l’affitto che si paga attualmente. Paventare quindi la possibilità di recedere dal contratto di affitto, facendo valere il diritto a recedere comunicandolo sei mesi prima, può convincere il proprietario a  una rivisitazione del canone mensile.

Di solito, in special modo se i rapporti tra proprietario e inquilino sono buoni e di vecchia data, nessun proprietario rischierebbe di ritrovarsi con l’appartamento sfitto, per chissà quanto tempo e col fantasma di trovare un nuovo inquilino magari moroso.

Altra strategia da prendere in considerazione in fase di contrattazione sono le eventuali criticità presenti nell’appartamento. Queste criticità possono essere, per esempio, gli impianti elettrici non a norma, una condizione generale dell’appartamento che non consente un livello dignitoso a chi lo abita, come per esempio la presenza di vaste aree di muffa sui muri o di infissi decadenti.

In tal caso, si ha realmente diritto a un abbassamento del canone di affitto in virtù delle condizioni reali dell’appartamento. L’importante, però, è che queste problematiche siano imputabili al proprietario e non a una cattiva conservazione da parte dell’affittuario.

Percentuale di abbattimento del canone di affitto

Quanto si può sperare di ottenere, in meno, da questa contrattazione? Mediamente si parla di un 10%, che tradotto in soldoni, facendo un esempio su un canone di locazione di 800 euro, significa 80 euro in meno al mese, che moltiplicati per 12 mesi sono un risparmio pari a 960 euro annui. Niente male, vero?

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